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Dopo l’Overtourism arriva da “Il Messaggero” un altro neologismo di cui non si sentiva particolarmente la mancanza. Siccome si preannuncia una stagione ricca di viaggi e partenze per gli italiani, ma anche di arrivi di turisti stranieri, ci preoccupiamo che troppi turisti rischiano di generare ingorghi, caos e condotte incivili. Oltre a pesare sull’ambiente e sul rispetto delle normative ecologiche e di preservazione della natura. In realtà di misure di gestione dei flussi che ne sono già a bizzeffe, ma guai a parlare di “numero chiuso”: si rischia di scatenare l’uragano delle libertà ad ogni costo. Ad esempio, a Procida vige il divieto di sbarco per le macchine e i motorini che vengono da fuori regione. Anche in Toscana l’isola del Giglio ha trovato un modo per contenere i flussi: ad agosto possono portare l’auto solo coloro che soggiornano più di 4 giorni. E poi da quest’anno si pagherà all’ingresso un contributo di 3 euro per il periodo estivo e 2 per quello invernale. Stop agli ingressi per i mezzi privati, da fine luglio a inizio settembre, anche a Lampedusa, in Sicilia: vietare l’arrivo di macchine e motorini per 40 giorni per i non residenti; mentre per l’isola di Linosa il divieto vale per tutto il periodo estivo. In Sardegna già da alcuni anni è stato avviato l’esperimento del numero chiuso per le spiagge. Tra i primi casi Baunei, che anche per il 2023 conferma un limite di accesso alle calette tipiche della zona orientale dell’isola. Con un sistema di prenotazione tramite app che consente alle persone di prenotare uno dei 250 ingressi giornalieri sulla spiaggia, che si raggiunge con un sentiero di circa 4 chilometri. Il costo è di 6 euro. Da anni, invece, bisogna prenotare con largo anticipo per passare una giornata sulla spiaggia della «Pelosa» a Stintino. I parcheggi sono limitati – e a pagamento – e per sostare in riva al mare bisogna usare stuoie (non teli mare) per preservare la spiaggia bianca di fronte all’Asinara. Overbooking previsto anche nelle zone di montagna, alla ricerca del fresco. Fondazione Dolomiti Unesco ha definito una strategia di intervento per la gestione della pressione turistica, ma alcune aree si sono già mosse in autonomia. Ad esempio, per tutelare l’ambiente da grandi flussi di turismo, al lago di Tenno, nel Garda Trentino, è stata ideata una fascia esterna e tutta intorno allo specchio d’acqua per monitorare e limitare gli arrivi. Sul lago di Braies, invece, già due anni fa è stato avviato un progetto per contenere il traffico di veicoli in zona. Con l’arrivo della primavera, l’allarme riguarda anche le città d’arte. La prima a comunicare iniziative per disincentivare il sovraffollamento di visitatori è stata Venezia: per visitarla, infatti, nel caso in cui non si pernotti sul territorio, sarà necessario attraversare dei tornelli pagando un ticket dai 3 ai 10 euro in base alla capienza raggiunta. Una volta raggiunto il limite, l’accesso potrebbe anche bloccarsi.