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In controtendenza rispetto agli altri settori in Itala è proprio nel turismo che le donne trovano maggiore spazio (60% degli occupati). Un settore che sembra tra i più promettenti anche per il futuro e che può pertanto rappresentare un punto di partenza per un esame attento sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. In tale ottica si inquadra il primo Osservatorio Permanente per le Pari Opportunità, presentato a Roma da Ebnt, l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo.

“Questa iniziativa – afferma il presidente Ebnt Alfredo Zini – deve essere considerato un cantiere aperto in cui coinvolgere anche altre categorie. Il ruolo del turismo va riposizionato nel piano programmatico per il rilancio dell’economia, affidando alle donne cariche e incarichi più qualificati per evitare quello schiacciamento delle carriere che emerge dalla ricerca”.

Secondo l’Osservatorio la componente lavorativa femminile nel turismo è del 60%, anche se con importanti differenze – circa il 20% – tra nord e sud. Positivo anche il fronte della contrattualizzazione, soprattutto nelle grandi imprese, dove le donne risultano assunte a tempo indeterminato per l’88,8% contro il 78,5% degli uomini, anche se per le prime si ricorre molto più spesso a contratti a tempo parziale e alla collaborazione coordinata e continuativa. I valori tuttavia cambiano salendo di livello: a ricoprire ruoli quadro e dirigenziali sono infatti soltanto il 36,7% e il 33,8% delle donne, con picchi al ribasso nel Mezzogiorno e nelle grandi imprese in genere.

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