Ministro o Ministero?

Con un eccezionale coup de théâtre il Presidente del Consiglio ha cavalcato l’ennesima onda mediatica regalando al mondo del turismo un Ministro.

Un mondo del turismo che, a dire il vero, non sapeva bene che pesci pigliare, che bandiera agitare.

Da una parte la domanda turistica degli Italiani nel 2008 è cresciuta con ritmi cinesi, e le microvacanze hanno addirittura fatto un balzo in avanti del 17%.

Dall’altra è vero che gli alberghi di lusso delle città registrano meno clienti facoltosi di provenienza estera, ma non è possibile gridare alla crisi solo per far piacere ad una nicchia, per quanto molto ben rappresentata.

Allo stesso modo è probabile, ma molto poco dimostrabile, che il comparto dell’intermediazione sia in crisi, ma anche qui molte nicchie cavalcano l’onda, e la disintermediazione è un fenomeno strutturale, non certo congiunturale.

E, più in generale, il mondo del turismo sa bene che non conviene lamentarsi troppo: a forza di gridare che il mercato è depresso, magari va a finire che i consumatori ci credono, e allora sì che sono dolori per davvero!

E allora, tutti uniti a richiedere con forza la reintroduzione del Ministero, che come noto, quando c’era, faceva faville, un po’ come l’ENIT!

Ma anche in epoca di pensiero unico non è poi così facile andare contro le Leggi Costituzionali e gli esiti di un referendum, per non parlare delle Regioni, di destra e di sinistra, che non ne vogliono sentire mezza.

E allora, il Genio entra in azione: con un colpo di bacchetta eccovi il Ministro! Applaudite! Bravo, grazie!

E il Ministero?

Francesco Guerra

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