Lovelock – Mus: terre vicine, terre lontane

Andrea Lovelock giornalista da sempre attento alle dinamiche del turismo

Claudio Mus manager Ferrari, è ora coordinatore del Dip. Turismo dell’Ass. al Turismo della Regione Valle d’Aosta

Che cosa ti ha spinto a lavorare nel turismo?

Andrea Lovelock: La voglia di scoprire il mondo ed un settore molto dinamico, con alti tassi di ‘creatività’ che nelle attività imprenditoriali è essenziale.

Claudio Mus: Mi e’ stato offerto un incarico dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta come co-ordinatore del Dipartimento Turismo Sport e Commercio che ho accettato per un periodo di 5 anni.

Sei d’accordo con chi dice che lavorare nel turismo è una gran fortuna? Perchè?

Andrea Lovelock: Perché c’è un immenso patrimonio relazionale da condividere e da alimentare, che permette un’ampia apertura mentale e l’opportunità, proprio perché si tratta del mondo dei viaggi, di conoscere ed approfondire le realtà di altri paesi, confrontarsi con colleghi giornalisti e imprenditori di altri paesi. Credo che nessun’altro settore assicuri questa ‘fortuna’ esperenziale.

Claudio Mus: Sono d’accordo, in particolare se lo puoi fare nella tua regione natia, di cui conosci caratteristiche pregi , virtù e debolezze, non solo nell’offerta ma anche nelle relazioni tra gli “attori” sul territorio.

Quando ti vengono le idee migliori per il tuo lavoro?

Andrea Lovelock: Ai convegni sul turismo, dalle esperienze degli altri, parlando con le persone

Claudio Mus: Dalle esperienze degli altri, davanti a un bicchiere di vino, parlando con le persone, quando sono in vacanza, da “cross fertilization” di iniziative e strategie da altri settori “commerciali”

Che cosa consiglieresti ad un giovane che vuole lavorare nel turismo?

vDi compiere un percorso formativo molto mirato, cercando subito una specializzazione in grado di garantire uno sbocco lavorativo. Ovviamente alla base di questa scelta, diventa oggi imprescindibile una conoscenza dello strumento per eccellenza, ovvero internet, capace di aprire nuove frontiere nella ricerca, negli approfondimenti.

Claudio Mus: Di chiarirsi fin da subito in quale settore specializzarsi per evitare una “ingolfata” di informazioni sparse (molto probabile in un settore così variegato ed in sviluppo , o “recupero”) che potrà selezionare in funzione dell’obiettivo ambito.

Qual è l’ultimo libro che hai letto?

Andrea Lovelock: Ho letto con passione “E venne chiamata due cuori” di Marlo Morgan: un racconto straordinario di una esperienza di vita che ti riconcilia con la ‘terra’, nel senso letterale della parola.

Claudio Mus: La storia di Tohnle di Mario Rigoni Stern

La tua ultima micro vacanza?

Andrea Lovelock: Ovviamente nella straordinaria Italia: lungo la costiera amalfitana, con soste a Ravello ed in quello che definisco ‘opaesino-acquarello’ ovvero Positano.

Claudio Mus: A Genova, all’Acquario, con la famiglia (moglie e 2 figlie)

Ma lavorare nel turismo secondo te serve a qualcosa che migliori il mondo?

Andrea Lovelock: Credo che proprio il patrimonio relazionale, la capacità di ascoltare e scambiare opinioni con gente di altri paesi, sia la miglior cura per il mondo che ci circonda.

Claudio Mus: Permette, qualora fatto con coscienza e senza rincorrere ad ogni costo il business forzando offerte di contenuti non “veri” e caratteristici del territorio promosso, di trasmettere valori e tradizioni, modus vivendi ed opportunità di tornare “vicino alla terra” che arricchiscono le persone che hanno voglia di “ascoltare”.

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