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Alessio Costantini avvocato esperto del settore turistico, ora responsabile dell’Ufficio Legale Astoi

Susanna Mensitieri coordinatrice del Master in Economia, Gestione e Marketing dei Turismi presso l’Università Luiss Guido Carli

Che cosa ti ha spinto a lavorare nel turismo?

1. Il caso. Ho iniziato a lavorare per la FIAVET come responsabile dell’Ufficio Legale, ma sarei potuto capitare in qualsiasi altra associazione imprenditoriale. Mi è sempre piaciuto viaggiare, inoltre in quegli anni la legislazione sulle Agenzie di Viaggi cominciava a cambiare radicalmente e quindi l’esperienza lavorativa fu da subito affascinante anche da un punto di vista professionale. Da lì, sono rimasto in questo settore.

2. Ci sono finita a lavorare per caso. L’azienda che mi aveva assunto aprì dopo qualche anno un settore “turistico” a cui passai da quello industriale pensando di occuparmi della parte costruttiva. Rimasi invece affascinata dall’impatto economico del turismo, dalle possibili applicazioni del marketing, dalle potenzialità di un settore che in chiave industriale cominciava a svilupparsi nel nostro Paese. Da allora non ho mai rimpianto la mia scelta e ho continuato ad occuparmi di turismo a 360 gradi.

Sei d’accordo con chi dice che lavorare nel turimo è una gran fortuna?

1. In base alla mia esperienza, e paragonando questo settore ad altri comparti produttivi ed imprenditoriali, chi lavora nel turismo acquista e sviluppa una forte attitudine ai rapporti interpersonali, è una persona “open minded”, pronta a recepire il punto di vista dell’altro. Quindi, da un lato hai la possibilità di coltivare questa grande qualità, dall’altro, in genere, ti relazioni con persone posseggono questa qualità.

Hai poi la possibilità di viaggiare, conoscere culture e popoli diversi, arricchire la tua personalità.

2. E’ un privilegio se lo si fa per scelta, come sempre. Nel turismo non c’è modo di annoiarsi, occorre aggiornarsi costantemente, essere curiosi, attenti a quello che succede intorno, seguire il mercato, i trend, le mode, cercare di guardare oltre l’orizzonte visibile. Ti costringe a pensare di non avere mai imparato abbastanza, ad essere flessibili, polivalenti, pronti a cambiare. Il contatto con le persone poi ti arricchisce, ti migliora, abbatte pregiudizi e posizioni preconcette.

Quando ti vengo le idee migliori per il tuo lavoro?

1. Ai convegni sul turismo, dalle esperienze degli altri, parlando con le persone

2. Da libri, giornali, blog sul turismo, parlando con le persone, da libri, giornali, blog che parlano di tutt’altro

Che cosa consiglieresti ad un giovane che vuole lavorare nel turismo?

1. Anzitutto di viaggiare, poi di studiare, infine di non avere fretta e di non scoraggiarsi. Una buona preparazione scolastica ed accademica è indispensabile, ma non sufficiente. Affiancare allo studio qualche esperienza lavorativa anche minore può permettere di cominciare a capire le dinamiche lavorative e sperimentare la propria attitudine alle relazione interpersonali di cui ho detto prima. Occhio però: in termini imprenditoriali e professionali, il turismo non è un gioco, ma un’industria come un’altra. Lavorare nel turismo richiede applicazione e metodo.

2. Passione, modestia, impegno, pazienza (nulla arriva subito..), determinazione, flessibilità, adattabilità, curiosità, immaginazione. Rispetto delle regole e minuziosa attenzione per la cura con cui si fanno le cose (la ricerca personale dell’eccellenza). Convinzione che in qualsiasi posizione si impara e molto, se si vuole. Rispetto per tutti.

Qual è l’ultimo libro che hai letto

1. “Parenti lontani” di Gaetano Cappelli

2. “Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita” di Taleb Nassim

La tua ultima microvacanza?

1. A Firenze (che non smette mai di stupire) con la famiglia

2. A Sabaudia con mia figlia questo inverno

Ma lavorare nel turismo secondo te serve a qualcosa che migliori il mondo?

1. Il turismo è la prima economia in moltissimi paesi arretrati. E’ un’industria che non sporca, non inquina, che valorizza le risorse e le culture locali. Il turismo apre le menti di chi viaggia, di chi lavora, favorisce la comunicazione tra i popoli, rende più difficile il compito di chi vuol opprimere e vuole imporre il suo pensiero. Mi sembra sufficiente per affermare che migliora il mondo.

2. Sì, il turismo si nutre di globalizzazione e genera integrazione. Chi lavora a vario titolo nel settore non può che assumere come propri i principi di rispetto, di attenzione e di comprensione che sono necessari insieme alle altre competenze contribuendo così alla conoscenza delle diversità, peculiarità, specificità che caratterizzano le destinazioni e perciò all’integrazione di culture, di abitudini, di tradizioni. Il viaggio è sempre una esperienza di apertura, un incontro che ci cambia.